Mostre

I marmi di Torlonia

Meroledì 14 ottobre apre le porte al pubblico nella nuova sede espositiva dei Musei Capitolini a Villa Caffarelli a Roma,  la mostra “I marmi di Torlonia. Collezionare capolavori”, curata da Salvatore Settis e Carlo Gasparri con l’allestimento di David Chipperfield Architects Milano.

Sono più di 92 le opere selezionate tra i 620 marmi catalogati della collezione privata più prestigiosa di sculture antiche, la collezione Torlonia, significativa per la storia dell’arte, degli scavi, del restauro, del gusto, della museografia, degli studi archeologici.

La mostra è curata nell’organizzazione, nella promozione e nel catalogo dalla nostra casa editrice Electa. Le sculture ripercorrono il formarsi della raccolta Torlonia, costituendo uno spaccato altamente rappresentativo e privilegiato della storia del collezionismo di antichità in Roma dal XV al XIX secolo. Le opere non sono solo insigni esempi di scultura antica (busti, rilievi, statue, sarcofagi ed elementi decorativi), ma anche il riflesso di un processo culturale – gli inizi del collezionismo di antichità e il passaggio dalla collezione al Museo – di fondamentale importanza.

L’esposizione segna il primo passo dell’accordo siglato il 15 marzo 2016 tra il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e la Fondazione Torlonia ed è il risultato dell’intesa istituzionale sottoscritta dalla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e dalla Soprintendenza Speciale di Roma con la stessa Fondazione Torlonia. 

 www.torloniamarbles.it

#TorloniaMarbles

100 capolavori di de Chirico in mostra a Milano

Palazzo Reale apre le porte alla mostra “de Chirico” in collaborazione con Electa

Viviamo in un mondo fantasmico con il quale entriamo gradatamente in dimestichezza

Giorgio de Chirico, 1918

Apre al pubblico il 25 settembre la grande mostra, in collaborazione con Electa, su Giorgio de Chirico (Volos, 1888 – Roma, 1978) che attraverso un centinaio di capolavori ricostruisce l’irripetibile carriera del pictor optimus.

Le sale di Palazzo Reale a Milano, a distanza di quasi cinquant’anni dalla personale del 1970, tornano a ospitare l’opera di de Chirico in una straordinaria retrospettiva curata da Luca Massimo Barbero: un percorso espositivo fatto di confronti inediti e accostamenti irripetibili che svelano il fantasmico mondo di una delle più complesse figure artistiche del XX secolo. 

L’esposizione offre la chiave d’accesso a una pittura ermetica che affonda le sue radici nella Grecia dell’infanzia, matura nella Parigi delle avanguardie, dà vita alla Metafisica che strega i surrealisti e conquista Andy Warhol e, infine, getta scompiglio con le sue irriverenti quanto ironiche rivisitazioni del Barocco.

Il cospicuo corpus di opere in mostra proviene da importanti musei internazionali tra i quali la Tate Modern di Londra, il Metropolitan Museum di New York, il Centre Pompidou e il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea (GNAM) di Roma, la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, The Menil Collection di Huston e il MAC USP di San Paolo in Brasile. Numerose sono anche le istituzioni milanesi: il Museo del Novecento, la Casa Museo Boschi di Stefano, la Pinacoteca di Brera e Villa Necchi Campiglio. 

Suddivisa in otto sale, l’esposizione procede per temi pensati secondo accostamenti inediti e confronti originali come in una catena di reazioni visive che, come scriveva de Chirico nel 1918, rincorrono “il demone in ogni cosa […] l’occhio in ogni cosa [perch.] Siamo esploratori pronti per altre partenze”.

Informazioni pratiche

Milano, Palazzo Reale
25 settembre 2019 – 19 gennaio 2020

st art. L’arte per tutti presenta “Uno sguardo sul mondo” di Evaristo Petrocchi

È dedicata all’artista ambientale Evaristo Petrocchi la nuova mostra dal titolo “Uno sguardo sul mondo” che il Mondadori Megastore di Piazza Duomo a Milano ospita dal 5 settembre al 5 ottobre 2019, nell’ambito della rassegna “st art. L’arte per tutti”, il progetto di Mondadori Store a cura di Angelo Crespi. Con i suoi collages assemblati con materiali naturalistici e industriali, Evaristo Petrocchi porta avanti un importante progetto internazionale contro i cambiamenti climatici, in un viaggio ideale da terra a terra che, dopo diverse peregrinazioni in tutta Europa, approda a Milano.

A partire da una rilettura in chiave naturalistica del famoso quadro di Bocklin, “L’isola dei morti”, nascono due fra le più importanti opere della produzione artistica di Petrocchi, “Inside the Room” e “Inside the Isles”, che reinterpretano la suggestione di Bocklin con l’intento di diffondere una cultura di tutela a favore dell’ambiente e contrastare le preoccupanti trasformazioni della Terra. Così, il discorso artistico di Petrocchi diventa un modo per riflettere sul presente e sui cambiamenti che sconvolgono il Pianeta nelle sue implicazioni più profonde, a livello simbolico e metafisico.

All’opera ispirata a Bocklin ne sono seguite altre, con le quali l’artista ha assemblato una moltitudine di baccelli con materiali scuri che riecheggiano il petrolio, dando il senso della forza della natura inquieta ed il disagio dell’Uomo quando si altera l’identità dei luoghi. La lettura e la produzione dell’opera d’arte crescono in un territorio denso, e guardano alla profondità delle cose al di là della banalità del loro esistere. È un processo di ricerca dell’essenza e dell’identità di luoghi, persone o eventi analizzando le possibilità di un altro esistere, sempre nella contemporaneità in cui viviamo, ma con forme di osservazione diverse. Non si tratta di una pura operazione di metalinguaggio ma di esternazione di ciò che l’artista sente in luoghi fisici, spirituali o culturali, e che ho avuto modo di avvicinare. Fra i temi cari all’artista emerge anche la commistione di “nuovo” e “antico”, restituita nell’opera che Petrocchi dedica alla Fondazione Prada. Qui si confrontano due elementi fondamentali dell’architettura caratteristica di Milano, dove la conservazione di elementi architettonici del passato convive con nuove e geniali strutture della modernità, per unirsi in una simbiosi inscindibile. Di fronte a questo scenario perfetto l’artista aggiunge un altro elemento dirompente, sintesi della conservazione e dell’innovazione architettonica, ossia l’inquietudine della natura.

“Quale può essere lo strano fenomeno atmosferico o naturalistico che sta accadendo? – si domanda Evaristo Petrocchi. – La natura sfugge a qualsiasi razionalizzazione urbanistica e architettonica, anche se la sua agitazione dipende dalle profonde alterazioni climatiche e ambientali che il nostro mondo sta subendo. I lavori sono densamente sentiti dall’artista, in questo caso da me stesso, come immagini fondanti dell’arte che produco ed al tempo stesso come un messaggio culturale ed ambientale di tutela e conservazione della Terra”.

“Uno sguardo sul mondo” di Evaristo Petrocchi di Angelo Maria Crespi Il glicine è un arbusto volubile i cui rami si avvitano seguendo la rotazione della terra. A secondo delle specie, se originarie dell’emisfero boreale o australe, ruota in senso orario o antiorario. Anche i baccelli, seccando, s’attorcigliano a spirale e poi, letteralmente, esplodono lasciando che i  semi si spargano e trovino (o non trovino) il terreno giusto per fecondare. La vita procede in questo modo assecondando il ritmo segreto dell’universo: si sviluppa per strutture organizzate e schemi segnati, ma anche il caso gioca il suo ruolo. Non è dunque strano che proprio i baccelli e i semi del glicine siano utilizzati da un artista raffinato come Evaristo Petrocchi, quali simboli di questo sommovimento nascosto della Natura, essendo il suo un lavoro fortemente indirizzato verso un pensiero ecologista, militante ma nel senso più puro del termine, una militanza innanzitutto estetica. Petrocchi si nuove infatti tra arte povera e concettuale, ma con uno spirito contemporaneo che si manifesta, per esempio, nell’uso dell’immagine fotografica. I suoi collages, frutto di sovrapposizioni di materiali naturali (i baccelli o i nidi di vespe) e industriali (come il bitume), rimandano alla perfezione, per metafore e avvicinamenti – e così deve fare l’arte, dire senza indicare – al suo impegno politico, avendo egli sviluppato in questi anni un importante progetto sui cambiamenti climatici, tema di pressante attualità.

Se da un lato dunque c’è l’arte impegnata, dall’altra, Petrocchi non nega però le potenzialità dell’arte per l’arte, cioè del discorso artistico fine a sé stesso, che vive di rimandi e citazioni quasi letterarie, ed è autonomo rispetto al mondo che ci circonda, e che procede per evi e non per spazio. Una delle sue fonti, per esempio, è quell’Isola dei morti di Böcklin che tanti artisti ispirò dalla fine Ottocento; e cosa dire del suo “Non ti scordar di me”, un pastrano reso scultura e poi dipinto che rimanda, ma in modo plastico, alle pitture algide degli indumenti di Gnoli.
In questo senso, l’uso del simbolo sfocia fin nel metafisico: “Inside the room” è la sublimazione di questo slittamento quasi semantico, per il quale le tende apposte alla fotografia, fisicamente e materialmente presenti, diventano il velo che nasconde o che solo lascia intravedere, appena, la verità della vita dietro; “verità” che, nel suo significato etimologico profondo, dal greco “aletheia”, così arguiva il filosofo tedesco Heidegger, significa appunto la cosa svelata, la cosa a cui è stato tolto il velo.

EVARISTO PETROCCHI
Artista ambientalista, è nato a Roma nel 1954. Vive e lavora tra Roma ed Assisi. Attualmente compone collages assemblati con materiali naturalistici e industriali, che unisce a immagini fotografiche. Ha pubblicato Nell’immagine fonda (Fabrizio Fabbri editore, 2012) in occasione della mostra tenuta al Museo di Arte Contemporanea di Perugia di Palazzo Penna, a cui è seguito il progetto – mostra Inside the Isles, presentato per la prima volta ad Ancona nel 2017. Ad EXPO 2015 ha presentato il progetto ideato e curato per ANCI, Italia Nostra e Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, denominato Progetto Nazionale Orti Urbani, come forma di agricoltura sociale e culturale dei territori italiani e come modulo etico di vita per le popolazioni.

st art. L’arte per tutti presenta Fiori di Luglio di Vincenzo Lo Sasso

In mostra fino al 1° settembre nel Mondadori Megastore in Duomo a Milano

st art L’arte per tutti, il progetto culturale di Mondadori Store curato da Angelo Crespi, nato con l’obiettivo di presentare e valorizzare gli artisti italiani e avvicinare il pubblico all’arte contemporanea non va in vacanza. Al contrario, la rassegna prosegue per tutta l’estate con una nuova esposizione e un nuovo artista. Vincenzo Lo Sasso è il nuovo protagonista di st art con la mostra “Fiori di Luglio”, che sarà inaugurata mercoledì 17 luglio alle 19.00 nello spazio eventi al 3° piano del Mondadori Megastore di piazza Duomo. L’ispirazione della mostra nasce durante un soggiorno a Minorca dove l’artista rimane folgorato dalla bellezza dei fiori dell’aglio, fiori selvatici che crescono spontaneamente sull’intero territorio dell’isola. Fiore delicato dallo stelo dritto e altissimo (fino a 2 metri), complesso e cangiante, il fiore dell’aglio riporta alla memoria di Vincenzo Lo Sasso le immagini delle meravigliose modelle fotografate nel corso della sua precedente carriera, sviluppatasi nel mondo della moda durante gli anni Ottanta. Lo Sasso raccoglie un centinaio di fiori e, una volta rientrato nello studio milanese, realizza una serie di immagini fotografiche, stampate su alluminio, che verranno esposte nel 2013, con una mostra itinerante, a Bari nella Chiesa della Vallisa, al Museo provinciale di Potenza e alla Cattedrale di Oria.

In seguito, ispirato dalla bellezza dei soggetti, Vincenzo Lo Sasso decide di realizzare dieci quadri a olio su tela, dalle dimensioni di 70×100 centimetri, che rappresentano la sua ultima, inedita produzione d’arte. E sono proprio queste le opere che saranno esposte al Mondadori Megastore fino al 1 settembre.

Fotografo, scultore e pittore, Vincenzo Lo Sasso è un artista poliedrico: dall’algida ed elegante immagine della fotografia di moda all’afflato lirico della pittura, l’artista dimostra in questa occasione una “sospensione” del genere “astratto”, tipico delle sue fotografie d’arte ispirate alla relativa produzione scultorea, varcando la soglia del figurativo.

VINCENZO LO SASSO

Nato a Taranto da padre lucano e madre piemontese, Vincenzo Lo Sasso in giovane età comincia un percorso artistico caratterizzato da un’intensa attività pittorica, su supporti tradizionali. Dopo gli studi di architettura a Milano, la sua carriera professionale si sviluppa, a livello nazionale e internazionale, tra fotografia di moda, teatro e mondo dello spettacolo. È stato fotografo di Eros Ramazzotti, Gianni Morandi e Anna Oxa, nonché pubblicitario per Wella, L’Oréal e Schwarzkopf. Da oltre vent’anni si dedica completamente all’arte. Ha esposto in varie mostre in Italia e all’estero. Attualmente è in corso la mostra “La presente assenza”, con l’artista Ivano Sossella, negli spazi espositivi della Fondazione Sangregorio Giancarlo, Sesto Calende (Varese), a cura di Angelo Crespi e Emanuele Beluffi.

st art. L’arte per tutti
FIORI DI LUGLIO di Vincenzo Lo Sasso

Inaugurazione: mercoledì 17 luglio ore 19.00
Opere esposte fino a: domenica 1 settembre 2019
Luogo: Mondadori Megastore, piazza Duomo 1 Milano – Spazio eventi – 3° piano
Orari: 9 – 23 | Ingresso mostra: libero | www.mondadoristore.it | #StartInStore

Il Raffaello dell’Ambrosiana. In principio il Cartone

Dopo quattro anni di intenso lavoro, è giunto al termine il restauro del Cartone preparatorio della Scuola di Atene di Raffaello Sanzio, conservato alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano.

Il progetto di restauro e valorizzazione e il nuovo allestimento realizzato dallo Studio Boeri, all’interno di una teca espositiva sigillata da un unico vetro, il più grande d’Europa, in cui l’opera è stata inserita, sono stati mostrati alla città di Milano e al pubblico internazionale oggi, 27 marzo 2019, con l’evento espositivo Il Raffaello dell’Ambrosiana. In Principio il Cartone.

Una vera e propria rarità – in quanto abitualmente i cartoni preparatori venivano distrutti o erano comunque eliminati – quest’opera fu acquistata dal Cardinal Borromeo per il suo progetto dell’Ambrosiana, diventandone uno dei pezzi di maggior prestigio e richiamo.

 

Si tratta del più grande cartone rinascimentale a noi pervenuto (misura 285×804 centimetri) ed è interamente realizzato dalla mano di Raffaello (Urbino, 1483 – Roma, 1520) come disegno preparatorio a grandezza naturale della Scuola di Atene, uno dei quattro affreschi commissionati nel 1508 a Raffaello da Papa Giulio II per decorare la Stanza della Segnatura in Vaticano.

Benché l’opera sia nota come Scuola di Atene, il titolo corretto è La Filosofia: le quattro pareti della Stanza della Segnatura propongono infatti – secondo un complesso programma iconografico – la Filosofia, la Teologia (Disputa sul Santissimo Sacramento), la Giurisprudenza (Le Virtù) e la Poesia (Il Parnaso).

Il Cartone dell’Ambrosiana si è conservato perché si trattava di un “ben finito cartone” e servì come riferimento per l’esecuzione dell’affresco, mentre per trasferire il disegno sul muro si ricavò da esso un cartone sostitutivo.

L’esposizione del Cartone sarà accompagnata da una pubblicazione bilingue italiano/inglese a cura di Electa Editore con testi di Alberto Rocca, Direttore della Pinacoteca Ambrosiana. Il volume, nella forma del picture book, permette al lettore di immergersi nella visione dell’opera, accompagnato da uno spettacolare apparato iconografico ricco di dettagli in formato 1:1 e supportato da testi agili e descrittivi che ne guidano la lettura.

 

Ph. Gianluca di Ioia

Arte e letteratura a Mantova con Chagall e il Festivaletteratura

La città di Mantova si trasforma a settembre nel punto di riferimento per gli appassionati di arte e letteratura: mercoledì 5 settembre 2018 inizia il Festivaletteratura e apre al pubblico la mostra dedicata a Marc Chagall.

La 22sima edizione del Festivaletteratura, l’annuale appuntamento dedicato ai libri e alla letteratura, animerà la città da mercoledì 5 a domenica 9 settembre. Cinque giorni di incontri con narratori e poeti, reading, percorsi guidati, spettacoli e concerti in vari luoghi di Mantova, in un’atmosfera di festa che coinvolge tutto il capoluogo.

Il nostro Gruppo sarà presente con tanti autori e appuntamenti organizzati dalle nostre case editrici: Edizioni Piemme, Einaudi, Frassinelli, Mondadori, Mondadori – Libri per ragazzi, Rizzoli (qui il programma generale).

Sempre il 5 settembre inaugura a Palazzo della Ragione Marc Chagall. Come nella pittura così nella poesia, la mostra dedicata al pittore Marc Chagall che, insieme a Picasso e Robert Delaunay, ha forse ispirato il maggior numero di poeti, scrittori e critici militanti del Novecento. L’esposizione, organizzata e prodotta da Electa, espone oltre 130 opere tra cui il ciclo completo dei 7 teleri dipinti da Chagall nel 1920 per il Teatro ebraico da camera di Mosca: opere straordinarie che rappresentano il momento più rivoluzionario e meno nostalgico del suo percorso artistico.

La mostra, a cura di Gabriella Di Milia in collaborazione con la Galleria di Stato Tretjakov di Mosca, rimarrà aperta fino al 3 febbraio 2019.

Electa presenta la 1° edizione di Milano Graphic Art

Electa è tra gli organizzatori della prima edizione di Milano Graphic Art, una due giorni dedicata alla grafica d’arte che animerà il weekend del capoluogo lombardo con oltre 50 appuntamenti tra esposizioniworkshop e dimostrazioni presso stamperie e studi d’artista.

Sabato 12 e domenica 13 maggio, intenditori e curiosi potranno approcciarsi a questo particolare genere di produzione artistica: un’occasione unica per scoprire e apprezzare un’attrattiva poco conosciuta di Milano, polo fondamentale di una rete internazionale di scambi di idee e materiali.

Ad aprire le proprie porte al pubblico saranno alcuni importanti istituti come l’Accademia di Belle Arti di Brera e la Scuola Superiore d’Arte Applicata del Castello Sforzesco, ma anche le aule, le officine e gli studi di associazioni, stampatori, incisori e disegnatori sparsi per la città.

L’incontro diretto con gli artisti avrà luogo negli spazi espositivi allestiti presso le maggiori biblioteche di pubblica lettura e si svilupperà in un dialogo incentrato sulle tecniche e sui materiali. Il ricco programma consentirà ai visitatori di fare pratica dell’incisione, prendere parte a laboratori specializzati ed assistere a dimostrazioni sulle sperimentazioni grafiche più recenti.

L’iniziativa, curata da un gruppo di studenti dell’Università Cattolica di Milano, si colloca nell’ambito di “Novecento di carta”, la mostra allestita presso il Castello Sforzesco che conserva più di 200 opere tra disegni, incisioni e libri d’artista di oltre 100 celebri maestri del secolo scorso.

Vatican Chapels, la Santa Sede alla Biennale di Venezia

In una sorta di trittico, che include le precedenti esperienze delle Biennali d’Arte del 2013 e 2015, la Santa Sede partecipa quest’anno per la prima volta alla Biennale Architettura della Biennale di Venezia, attraverso la realizzazione del Padiglione Vatican Chapels, ideato da Francesco Dal Co.

Il progetto prende le mosse da un modello preciso, la Cappella nel bosco costruita nel 1920 dal celebre architetto Gunnar Asplund nel Cimitero di Stoccolma, alla quale sarà dedicato uno spazio espositivo in apertura del percorso dove verranno esposti i disegni e il progetto originali.

Il tema di una cappella come luogo di orientamento, incontro, mediazione e saluto – come la definì Asplund – è stato proposto a dieci architetti, invitati a ideare e costruire altrettante cappelle all’interno dell’area alberata all’estremità dell’isola di San Giorgio Maggiore. Si tratta dunque di un Padiglione composito e diffuso, percorribile a tappe in un itinerario che è anche pellegrinaggio spirituale. Le cappelle che gli architetti hanno realizzato, grazie all’impegno imprescindibile di importanti Imprese di settore e di Enti finanziatori, si disporranno in “un ambiente naturale del tutto astratto, connotato unicamente dal suo emergere sulla laguna e dal suo aprirsi sull’acqua”, come lo definisce Dal Co, sottolineando l’unicità e l’originalità dell’impresa, che ha lasciato gli architetti liberi di progettare “senza alcun riferimento ai canoni comunemente riconosciuti”. All’interno delle cappelle, il fulcro comune e l’elemento identificativo e unificante è costituito dalla presenza dell’altare e del leggio.

La scelta degli architetti invitati è frutto della decisione di puntare su progettisti capaci di avvalersi di linguaggi espressivi diversi e dotati di marcate personalità dal punto di vista della sperimentazione costruttiva, appartenenti a diverse generazioni e provenienti dall’Europa, dall’Australia, dal Giappone, dagli Stati Uniti e dal Sudamerica, in grado di rispecchiare l’universalità, ovvero la “cattolicità”, della Chiesa.

Gli architetti che hanno progettato le dieci cappelle e il padiglione espositivo che formeranno Vatican chapels sono: Andrew Berman (USA), Francesco Cellini (Italia), Javier Corvalàn (Para-guay), Eva Prats e Ricardo Flores (Spagna), Norman Foster (UK), Teronobu Fujimori (Giappone), Sean Godsell (Australia), Carla Juacaba (Brasile), Smiljan Radic (Cile), Eduardo Souto de Moura (Portogallo), mentre Francesco Magnani e Traudy Pelzel sono gli autori del padiglione che ospiterà la mostra dei disegni di Gunnar Asplund per la “Skogskapellet”, la “Cappella nel bosco” a Stoccolma.

L’inaugurazione del Padiglione, alla presenza del cardinale Ravasi, si terrà venerdì 25 maggio nei giardini dell’Isola di San Giorgio a Venezia. Il Padiglione resterà aperto al pubblico dal 26 maggio al 25 novembre 2018.

Il catalogo, a cura di Francesco Dal Co, con testi di Gianfranco Ravasi, Francesco Dal Co e Elisabetta Molteni, sarà publicato da Electaarchitettura e disponibile dal 23 maggio.

Novecento di carta: i capolavori della grafica al Castello Sforzesco

Electa e il Castello Sforzesco presentano Novecento di carta, i capolavori della grafica italiana del XX secolo. Una mostra di disegni, incisioni e libri d’artista dei più celebri maestri del secolo scorso, conservati nelle raccolte civiche e nelle collezioni di Intesa Sanpaolo. Un’occasione per mostrare al pubblico internazionale del Castello una selezione di lavori provenienti da un patrimonio unico per qualità e varietà, e normalmente non visibile per ragioni conservative.

L’esposizione è una galleria di capolavori della grafica italiana del Novecento che si presenta come una sequenza di sceltissime “pagine d’album” idealmente da sfogliare. Un racconto per immagini di opere di protagonisti noti o notissimi, di una grande varietà di linguaggi, segnici o grafico-pittorici, e di tendenze che hanno attraversato il secolo breve. Oltre 200 opere tra disegni, incisioni e libri d’artista realizzate da 100 celebri maestri del secolo scorso.

Accanto al percorso antologico, che copre un arco temporale di circa un secolo, dagli ultimi anni ’60 dell’Ottocento alla fine degli anni ’70 del XX secolo, si innestano 8 focus di approfondimento sulle singole collezioni grafiche, dalla raccolta di Vittore Grubicy de Dragon ai disegni della Grande Guerra, dai libri d’artista ai progetti di Roberto Sambonet e Luciano Baldessari per le Triennali del 1951 e del 1960, dalle opere di Bepi Romagnoni, Marino Marini e Lucio Fontana al realismo in bianco e nero degli incisori promossi da Giovanni Testori.

In occasione di Novecento di carta la Soprintendenza Castello, in collaborazione con l’Area Biblioteche, organizza Milano Graphic Art, due giorni di eventi dedicati alla grafica d’arte (12 e 13 maggio 2018) tra esposizioni, dimostrazioni, laboratori didattici, incontri e visite guidate presso stamperie e studi d’artista. Il progetto, curato da un gruppo di studenti dell’Università Cattolica – corso di laurea in Scienze dei Beni culturali, con il coordinamento della Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”, coinvolgerà maestri incisori e giovani artisti attivi sul territorio milanese, con l’intento di avvicinare il pubblico della città alle tecniche della stampa d’arte, del disegno e del libro d’artista.

Da venerdì 23 marzo 2018 a domenica 1 luglio 2018 al Castello Sforzesco, Sala Viscontea e Sala dei Pilastri (piazza Castello, 20121 Milano). Aperta da martedì a domenica dalle 9 alle 17:30 (ultimo ingresso ore 17), chiusa il lunedì.

A Bergamo l’eco del mito di Raffaello

Bergamo accoglie la grande mostra Raffaello e l’eco del mito, che anticipa le celebrazioni dell’anniversario – nel 2020 – dei 500 anni dalla morte del maestro urbinate, attraverso un inedito percorso di oltre 60 opere. Un progetto della Fondazione Accademia Carrara, a cura di Maria Cristina Rodeschini, Emanuela Daffra e Giacinto Di Pietrantonio, coprodotto dalla nostra casa editrice Electa insieme a Marsilio e realizzato con la collaborazione della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo.

Il percorso espositivo inizia con un’indagine sulle radici culturali di Raffaello, attivo tra Urbino, Perugia e Siena. In particolare la capacità dell’artista di assorbire ed elaborare le suggestioni provenienti dai colleghi e dall’antico in un linguaggio personale e di altissima qualità.

L’affascinante tema della fortuna di Raffaello nell’Ottocento è affrontato nella seconda parte della mostra. L’arrivo del San Sebastiano nella collezione di Guglielmo Lochis nel 1836 coincide con la ripresa d’interesse per la vicenda umana e artistica di Raffaello.

L’interesse per Raffaello prosegue senza soluzione di continuità nel Novecento e fino ai nostri giorni. De Chirico e Picasso, Luigi Ontani e Giulio Paolini, Vanessa Beecroft e Francesco Vezzoli sono alcuni degli artisti che si sono confrontati con Raffaello e con il suo mito, testimoniando quanto viva sia la figura del maestro di Urbino anche nella contemporaneità.

L’esposizione di Bergamo raccoglie prestiti straordinari provenienti dalle maggiori istituzioni museali italiane e internazionali, dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze all’Hermitage di San Pietroburgo, dalla Pinacoteca di Brera alla Galleria Nazionale di Roma, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia al Metropolitan Museum di New York, dalla National Gallery di Londra al Bode Museum di Berlino, dal Pushkin di Mosca al Louvre di Parigi.

Apertura

La mostra è aperta da sabato 27 gennaio 2018 a domenica 06 maggio 2018 presso la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo (via San Tomaso 53, 24121 Bergamo).